martedì 1 dicembre 2009

Year Number 3

Oggi comincia il terzo anno di progetto. L'ultimo. L'anno in cui si dovrebbero vedere i risultati del nostro lavoro. Chissà. Di sicuro ho già imparato moltissimo, pur sapendo benissimo di essere ancora un'assoluta principiante.
Ho imparato che l'Africa è una maestra di vita continua. Di quelle che ogni volta che pensi: ok, ho capito, ti sorprende e ti mette davanti al fatto compiuto, costringendoti ad ammettere che non avevi capito proprio niente.
Ho imparato che più una persona ha l'anima grande, più appare semplice, di una semplicità a volte disarmante. Di una semplicità che riempie, che fa bello tutto ciò che tocca.
Ho imparato che la curiosità è vita. Fare finta di sapere per non sentirsi ignoranti non serve a niente. E ci lascia nell'ignoranza.
Ho imparato che non c'è fine al peggio. Che se già nasci cieca nel bush, puoi sempre dare alla luce due figli, un maschio e una femmina. Il bambino ha circa 10 anni, due occhi furbi e profondi, di quelli che ne hanno già viste che metà bastava lo stesso. Ma la ragazzina, di circa 15 anni, ha un forte handicapp mentale. Eppure è lei che incontri la sera con un fascio di rami sulla testa per il fuoco, o al mattino con la divisa della scuola primaria, anche se per età dovrebbe frequentare la secondaria. E' lei che incontro al mattino, ora che la scuola è chiusa, mentre porta un secchio giallo con l'acqua e accompagna la mamma sotto un grande albero vicino alla parrocchia di Kiranda, dove la donna passa la giornata a vendere i pochi prodotti del loro pezzetto di terra, che ora che la scuola è chiusa, probabilmente lavora il fratellino.
Ho imparato che ognuno cerca di cavarsela facendo del suo meglio. E una mamma sieropositiva può trovare sia un'ottima idea venire da me a chiedermi di darle dei soldi per pagare qualcuno che doni all'ospedale il sangue usato per salvare il suo bambino. Quando un paziente riceve del sangue, infatti, di norma viene chiesto se uno dei parenti può donarlo, perchè in una zona rurale come questa, e in una zona così affetta dall'AIDS come questa, trovare del sangue utile è piuttosto complicato. Quando ho spiegato alla mamma che non doveva preoccuparsi, e che non l'avremmo certo trattenuta se non poteva ridonare il sangue, era talmente sollevata.. Ma rimaneva comunque difficile credere avesse potuto davvero pensare di non poter tornare a casa dai suoi figli se non avesse trovato del sangue. Eppure so benissimo che era esattamente questo il suo pensiero.
Ho imparato che non riesco a non arrabbiarmi quando, ora che il nuovo reparto dell'ospedale sta per essere completato, cominciano ad arrivare nel mio ufficio giovani donne che chiedono di essere assunte come cleaner. Mi arrabbio non per la loro voglia di fare, ovviamente. Mi dispiace perchè non posso aiutarle, in quanto non sono io che sceglierò il personale da assumere. Ma mi arrabbio quando chiedo loro di lasciarmi un contatto e vedo che ci mettono due minuti buoni a compitare il proprio nome. Mi arrabbio al pensiero che ci siano ragazze che alla mia età hanno già 3-4 figli, ma nessuna istruzione.
Mi arrabbio anche quando c'è chi, al contrario di queste donne, non cerca una soluzione alle proprie difficoltà, ma si limita a chiedere soldi all'ultimo momento. Mi arrabbio perchè vorrei che quest'Africa riuscisse a capire che se non si aiuta [anche] da sola, non può farcela. E deve farcela.
Ho imparato che anche se la gente a volte fa fatica ad esprimere i propri sentimenti, non per questo mancano le persone con un cuore grande. Ho imparato che a volte certi gesti valgono più di tante parole. Ho imparato che a volte basta un invito a bere una soda al "bar" o a prepare insieme l'insalata per dimostrarti affetto.
Ho imparato che essere diversi è difficile ovunque tu sia. Che Florence è sorda e se ne vergogna anche quando parla con me. Ma ora porta la protesi e sorride sempre quando ci incontriamo. Che Fidel a quattro ancora non parla ma ha una voglia e una capacità di comunicare che ti lasciano senza parole.
Ho imparato che un sorriso e un abbraccio possono cambiare in meglio la tua giornata.
Ho imparato che la vita è fatta anche di scelte. E che certe scelte ti cambiano la vita.
Ho imparato che andare a Muhuru mi restituisce ogni volta un tocco di magia.
Ho imparato che, in fondo, ognuno di noi vuole solo essere amato ed apprezzato per quello che è.
Ho imparato che ho ancora tanto da imparare.
Ho imparato che questo posto è molto di più. E che ogni giorno è un piccolo miracolo, se lo si sa guardare e ascoltare.

In this picha: Angi&Fidel
Special thanks for this picha: Nadia :)

2 commenti:

Anonimo ha detto...

profonde parole che fanno riflettere...
meravigliosa la foto..
ciao
Martina

Anonimo ha detto...

Martina...da San Zeno city...