venerdì 14 agosto 2009

Oyawore, Karungu

Un'altra settimana arriva al termine qui a Karungu, e sono già dieci giorni che sono tornata. Mi sono riambientata completamente: ho sistemato casa e l'ufficio, ho rivisto gli amici e ripreso il lavoro. Sabato sono arrivati tre nuovi, graditissimi, visitors: Nicoletta, Miriam e Davide. Karibuni! Comincia anche l'elenco dei compleanni italiani mancati: in questa settimana Cri ed Eros, la prossima la mia Comaruz. Auguri collettivi a tutti!
Una cosa che mi piace fare adesso la mattina è alzarmi presto e andare a correre [vabbè, dai, ho esagerato: correre è una parola grossa, ma fa scena e accresce l'autostima] Karungu si risveglia piano piano, i ragazzini portano gli asini al lago o vanno direttamente da sè, per prendere l'acqua che servirà alla famiglia. Il sole si fa largo tra le nuvole e si alza il sipario di una nuova giornata.
Il mio percorso si snoda all'interno del compound dell'ospedale, e alle 7:00 cominciano ad arrivare i primi pazienti della clinica per gli antiretrovirali. Se penso che io ho il fiato corto per un chilometro o due a piedi, e loro ne hanno macinati sicuramente di più e siedono placidi sulle panchine come se fossero appena scesi dalla fermata della metro, non posso che ricambiare i loro sorrisi divertiti da questa mzungu che gira apparentemente senza meta.
Davanti al children ward bambini e parenti si godono il fresco del mattino. I piccoli con i loro pigiamini a righe bianche e rosse e la maglietta dell'ospedale mi guardano stupiti e con gli occhi ancora socchiusi da un sonno non del tutto sanato da una notte forse non troppo tranquilla.
Alcune mamme lavano i panni nel vicino lavatoio, chi con un bambino legato sulla schiena, chi con tante cose da raccontare, già di prima mattina.
Oyawore, Karungu. [Buongiorno, Karungu] Have a nice day.


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