La pioggia minacciava di rovinare la nostra "gita fuori porta" ancora prima di partire, ma pochi chilometri dopo aver salutato il St. Camillus, è tornato il sereno. Passando per Rodi Kopani, in due ore si raggiunge Sindo, cittadina sulle sponde del lago Vittoria, come Karungu, ma decisamente più organizzata. Un saluto ad Alila, che non vedevamo da qualche mese, ed ecco arrivare brother Hans, il fratello marista che ci accompagnerà a Mfangano Island.
A 80 km da Sindo, nel golfo di Winam, Mfangano ospita 50.000 persone, per lo più pescatori e contadini. Le strade non sono asfaltate ma sono in buono stato, nonostante non circolino macchine [o forse proprio per questo]. Ci si muove a piedi, in bici o in moto [boda boda go everywhere!] E, naturalmente, ci si muove con la barca.
La nostra si chiamava Maria, e merita di essere descritta. Bianca, nera e rossa fuori, azzurra e blu dentro, fatta di legno e ferro, soprattutto per i "rinforzi", e a giudicare dalla quantità, deve essere passata più volte sotto le mani del "meccanico delle barche". Ciononostante, sembrava solida, anche se il ragazzo che vicino al motore di tanto in tanto svuotava un vecchio contenitore di plastica con l'acqua che entrava dal fondo non mi dava tanta sicurezza. E invece Our lady star ci ha portati a destinazione, carica di 7 visitors, brother Hans, alcuni ragazzi di Mfangano, i nostri bagagli, qualche chilo di pomodori in un cesto gigante e altre provviste e con una nota politically correct: No smoking, raccomanda la scritta vicino al timoniere.
Il viaggio è durato circa un'oretta, ed è stato bellissimo. Scorrere veloci sul lago, che sembrava davvero un mare, più del solito. Il sole, il vento, qualche gazzetta che ci volava accanto alla ricerca di un pesce per pranzo, l'acqua che ti bagna la faccia [e i piedi, quando entra da sotto, ma è meglio non farci caso].
A Mfangano siamo stati ospitati nella missione di St. Martin: brother Hans è un ottimo padrone di casa, accogliente e sorridente.
Nel pomeriggio, abbiamo fatto una "passeggiata in salita" sul monte Kwitutu [le ultime parole famose: "Cammineremo pochissimo, dove vuoi che vada con quelle scarpe?" Mary, la ragazza di Mfangano che ci accompagna, indossa delle sottilissime infradito di perline. Eppure.] e dopo un'ora e mezza abbiamo raggiunto un bel punto panoramico dal quale si vedeva il lago senza fine e le varie isole e isolotti che circondano Mfangano. Takebreathing.
E' incredibile come la vita si faccia avanti, sempre. Anche qui. Anche dove ci si doveva arrampicare dietro l'angolo trovavi una casa, un campo di grano, ragazzini con le mucche e le capre, anziane con un cesto sopra la testa e a piedi nudi, uomini di ritorno da una giornata al lago con il pesce per la sera. Era così bello che sulla strada del ritorno tra foto e chiacchiere ci siamo presi tardi e l'ultimo tratto abbiamo camminato praticamente al buio, illuminati solo dalla luna piena, che ci faceva da guida nell'unica strada possibile.
Domenica, invece, prima di rientrare ci siamo fermati al mercato di Sena Beach: un mercato piccino picciò, che non offre molta merce, ma in compenso la gente è davvero friendly e il villaggio è tutto da scoprire, con le donne che puliscono e affumicano il pesce da vendere, circondate da decine di bambini.
La pioggia alla fine è arrivata, ma solo a tratti, ed eravamo già in macchina per ritornare a Karungu. E a giudicare da quanto sono secchi i campi della zona, l'acqua è la benvenuta.
Grazie ad Hans e a chi ci accolto a Mfangano. Erokamano!
La nostra si chiamava Maria, e merita di essere descritta. Bianca, nera e rossa fuori, azzurra e blu dentro, fatta di legno e ferro, soprattutto per i "rinforzi", e a giudicare dalla quantità, deve essere passata più volte sotto le mani del "meccanico delle barche". Ciononostante, sembrava solida, anche se il ragazzo che vicino al motore di tanto in tanto svuotava un vecchio contenitore di plastica con l'acqua che entrava dal fondo non mi dava tanta sicurezza. E invece Our lady star ci ha portati a destinazione, carica di 7 visitors, brother Hans, alcuni ragazzi di Mfangano, i nostri bagagli, qualche chilo di pomodori in un cesto gigante e altre provviste e con una nota politically correct: No smoking, raccomanda la scritta vicino al timoniere.
Il viaggio è durato circa un'oretta, ed è stato bellissimo. Scorrere veloci sul lago, che sembrava davvero un mare, più del solito. Il sole, il vento, qualche gazzetta che ci volava accanto alla ricerca di un pesce per pranzo, l'acqua che ti bagna la faccia [e i piedi, quando entra da sotto, ma è meglio non farci caso].
A Mfangano siamo stati ospitati nella missione di St. Martin: brother Hans è un ottimo padrone di casa, accogliente e sorridente.
Nel pomeriggio, abbiamo fatto una "passeggiata in salita" sul monte Kwitutu [le ultime parole famose: "Cammineremo pochissimo, dove vuoi che vada con quelle scarpe?" Mary, la ragazza di Mfangano che ci accompagna, indossa delle sottilissime infradito di perline. Eppure.] e dopo un'ora e mezza abbiamo raggiunto un bel punto panoramico dal quale si vedeva il lago senza fine e le varie isole e isolotti che circondano Mfangano. Takebreathing.
E' incredibile come la vita si faccia avanti, sempre. Anche qui. Anche dove ci si doveva arrampicare dietro l'angolo trovavi una casa, un campo di grano, ragazzini con le mucche e le capre, anziane con un cesto sopra la testa e a piedi nudi, uomini di ritorno da una giornata al lago con il pesce per la sera. Era così bello che sulla strada del ritorno tra foto e chiacchiere ci siamo presi tardi e l'ultimo tratto abbiamo camminato praticamente al buio, illuminati solo dalla luna piena, che ci faceva da guida nell'unica strada possibile.
Domenica, invece, prima di rientrare ci siamo fermati al mercato di Sena Beach: un mercato piccino picciò, che non offre molta merce, ma in compenso la gente è davvero friendly e il villaggio è tutto da scoprire, con le donne che puliscono e affumicano il pesce da vendere, circondate da decine di bambini.
La pioggia alla fine è arrivata, ma solo a tratti, ed eravamo già in macchina per ritornare a Karungu. E a giudicare da quanto sono secchi i campi della zona, l'acqua è la benvenuta.
Grazie ad Hans e a chi ci accolto a Mfangano. Erokamano!
Nessun commento:
Posta un commento