In Kenya ci sono tantissime scuole primarie, dalle grandi città ai posti più sperduti. Il livello di qualità di certe scuole meriterebbe un discorso separato e piuttosto lungo, ma di sicuro va apprezzato il tentativo di dare un'istruzione di base ai tanti bambini e ragazzi che popolano questo Paese. Tra le varie iniziative della missione camilliana, c'è anche Awake, un gruppo in buona parte sponsorizzato dal progetto che seguo e che si occupa di prevenzione nelle scuole. C'è poi un gruppo parallelo, Happen, che svolge lo stesso lavoro a livello diocesano, con sede a Rongo. Awake di solito segue questa prassi: contatta i presidi e gli insegnanti delle scuole primarie del territorio [la scuola primaria in Kenya dura otto anni e corrisponde alle scuole elementari più medie italiane] e, se questi accettano, visitano la scuola in questione e incontrano gli alunni. Il programma prevede degli incontri di formazione per tutti e poi si concentra su un gruppo di 25 ragazzi scelti per essere "peer educator", letteralmente "educatori alla pari", anche se educatore è una parola spesso abusata e in questo caso indica semplicemente che questi ragazzi si impegnano a parlare di certi temi ai loro coetanei, in modo informale e con la complicità dell'età e dell'essere compagni di classe. Anche perchè, diciamocelo, gli argomenti sono abbastanza complessi e "rognosi" e si possono riassumere in: sessualità, in senso lato, e malattie sessualmente trasmissibili, primo fra tutti l'HIV/AIDS. Mica 1+1= 2 o ABC.
Dopo questa doverosa nota introduttiva, eccovi il racconto di un pomeriggio a Karungu. Perchè dietro le belle [e a volte vuote] parole che illustrano i progetti, ci sono le persone, e sono loro a fare la differenza.
Lunedì abbiamo visitato la Koga Primary School, una scuola primaria che si trova a Seka, un villaggio talmente deeply into the bush che per arrivarci ci siamo persi. Vedevamo questo edificio su una piccola collina e giravamo a vuoto per tentare di raggiungerlo. Ad un certo punto Daniel (coordinatore di Awake), è sceso e si è messo a indicarci la via inventando un percorso che solo lui vedeva. Sembrava di essere in "Ogni cosa è illuminata", un bel film che ho rivisto di recente. In una scena, l'anziana signora della casa nel campo di girasoli , accetta di accompagnare i protagonisti in riva al fiume. Ma siccome non è mai salita in un'auto in vita sua e non si fida, decide di andare a piedi. Jonathan e compagni si immergono così nella campagna ucraina, muovendosi davvero "a passo d'uomo", con la cagnetta Sammy Jr. Jr. sul cofano.
Ma torniamo a noi. In macchina ci siamo Mary, l'altra operatrice di Awake; Jackson, un giovane volontario che mi stupirà; Duncan, il driver; ed io. Dopo pochi metri ritroviamo un sentiero e, a un'ora dalla partenza da Karungu, arriviamo alla scuola, dove ci accolgono due giganteschi alberi di Jacaranda carichi dei loro fiori lilla.
Lunedì abbiamo visitato la Koga Primary School, una scuola primaria che si trova a Seka, un villaggio talmente deeply into the bush che per arrivarci ci siamo persi. Vedevamo questo edificio su una piccola collina e giravamo a vuoto per tentare di raggiungerlo. Ad un certo punto Daniel (coordinatore di Awake), è sceso e si è messo a indicarci la via inventando un percorso che solo lui vedeva. Sembrava di essere in "Ogni cosa è illuminata", un bel film che ho rivisto di recente. In una scena, l'anziana signora della casa nel campo di girasoli , accetta di accompagnare i protagonisti in riva al fiume. Ma siccome non è mai salita in un'auto in vita sua e non si fida, decide di andare a piedi. Jonathan e compagni si immergono così nella campagna ucraina, muovendosi davvero "a passo d'uomo", con la cagnetta Sammy Jr. Jr. sul cofano.
Ma torniamo a noi. In macchina ci siamo Mary, l'altra operatrice di Awake; Jackson, un giovane volontario che mi stupirà; Duncan, il driver; ed io. Dopo pochi metri ritroviamo un sentiero e, a un'ora dalla partenza da Karungu, arriviamo alla scuola, dove ci accolgono due giganteschi alberi di Jacaranda carichi dei loro fiori lilla.
La scuola è stata costruita dalla comunità, ed ora ha ottenuto il riconoscimento di istituto pubblico, finanziato dal governo. La gente di Seka, però, ha tanta buona volontà ma pochissimi soldi. Koga, con i suoi 450 studenti, è una scuola "in progress": dopo aver terminato i lavori per la sala insegnanti e tre classi, le altre cinque sono ancora di fango, sorrette da delle impalcature di legno e con un tetto di lamiera. Di fianco al blocco di mattoni, tre uomini lavorano alle latrine.
Anche l'aula dove si svolgerà la nostra lezione ha i muri, i vetri, la lavagna e poco più: metà dello spazio è occupato da assi di legno per la costruzione, l'altra metà dai banchi.
Ci aspettano il preside, alcuni insegnanti e 25 sorridenti ragazzini in divisa bianco-verde. Sono alcuni dei bambini sponsorizzati dal Dala Kiye, che paga le school fees a 45 orfani di Seka. La scuola, in quanto governativa, ha delle agevolazioni: 6 insegnanti sono pagati dallo Stato e anche parte del materiale didattico. Ma non è abbastanza, e così i genitori (o chi per loro) contribuiscono per pagare lo stipendio ad altri insegnanti e acquistare ciò di cui la scuola ha bisogno. Prima di lasciarli a Daniel, il preside mi presenta e dice che vengo dall'Italia. Allo sguardo a punto di domanda dei ragazzini, rispondiamo con una mappa del mondo, dove indichiamo il BelPaese. La forma a stivale strappa loro una risata divertita.
Anche l'aula dove si svolgerà la nostra lezione ha i muri, i vetri, la lavagna e poco più: metà dello spazio è occupato da assi di legno per la costruzione, l'altra metà dai banchi.
Ci aspettano il preside, alcuni insegnanti e 25 sorridenti ragazzini in divisa bianco-verde. Sono alcuni dei bambini sponsorizzati dal Dala Kiye, che paga le school fees a 45 orfani di Seka. La scuola, in quanto governativa, ha delle agevolazioni: 6 insegnanti sono pagati dallo Stato e anche parte del materiale didattico. Ma non è abbastanza, e così i genitori (o chi per loro) contribuiscono per pagare lo stipendio ad altri insegnanti e acquistare ciò di cui la scuola ha bisogno. Prima di lasciarli a Daniel, il preside mi presenta e dice che vengo dall'Italia. Allo sguardo a punto di domanda dei ragazzini, rispondiamo con una mappa del mondo, dove indichiamo il BelPaese. La forma a stivale strappa loro una risata divertita.
Seguo la lezione per qualche minuto, poi esco a fare qualche foto accompagnata da Eric, un ragazzino di 16 che frequenta l'ottava classe e parla inglese. Grandi sorrisi, strette di mano e pose buffe si alternano davanti al mio obiettivo.
In this picha: young and smiling students at Koga Primary School :)
Daniel comincia sempre in inglese, ma spesso prosegue in luo, la lingua locale, per essere sicuro che il messaggio arrivi forte e chiaro. Tuttavia, non serve seguire parola per parola per essere trascinati dalla passione e dall'energia di Daniel. Si vede che gli piace quello che fa, e che ci crede. E i ragazzini non gli staccano gli occhi di dosso.
Ma la vera sorpresa della giornata è Jackson, un giovane volontario che mi sembrava fin troppo timido.
Quando comincia a parlare, si trasforma nel Fiorello di Karungu. E' preparato, simpatico, coinvolgente. Parla, si muove, canta, recita una breve scenetta con una ragazza di Koga. Gli studenti ridono e lo seguono. Ma tra una risata e l'altra, affronta cose serissime. E quando dice di stare attenti perche' rischiano una gravidanza, i maschi sorridono imbarazzati e qualcuno fa spallucce, ma le femmine diventano serie. Solo domenica è stata ricoverata una ragazzina per un cesareo. Aveva 15 anni, ma chi l'ha assistita è convinto ne avesse anche meno. E del padre del bambino nemmeno l'ombra.
Jackson ricorda che alla gravidanza quasi sempre segue l'abbandono della scuola. E se a 15 anni ti ritrovi madre e senza un'istruzione, sei fregata. Senza contare il rischio di contrarre l'HIV/AIDS. E non ride più nessuno.
Nessun commento:
Posta un commento