"In this life we cannot do great things.
We can only do small things with great love"
We can only do small things with great love"
[Blessed Mother Teresa]
SZG = San Zeno Giovani
GAM = Gruppo Amici Missionari
Friends = tutti voi, anche se non vi nomino uno ad uno
San Zeno il generoso. Il mio piccolo paese ha un cuore grande.
GAM = Gruppo Amici Missionari
Friends = tutti voi, anche se non vi nomino uno ad uno
San Zeno il generoso. Il mio piccolo paese ha un cuore grande.
Insieme a Laura abbiamo scelto quattro donne e le loro famiglie. L'idea era di poter fare qualcosa per aiutarle, ma andando al di là del semplice assistenzialismo. Volevamo dare loro un'opportunità di riscatto, un incentivo a migliorarsi, una piccola spinta verso un futuro diverso. Per ringraziarvi del vostro prezioso contributo, voglio condividere con voi le loro storie, cominciando da Mama Julita.
Ho conosciuto Mama Julita a dicembre 2008. Aspettava l'ultimo dei suoi tredici figli. Frequentava la clinica prenatale del St. Camillus M. Hospital, ma non aveva l'assicurazione sanitaria. Quel giorno le abbiamo spiegato l'importanza del NHIF (National Hospital Insurance Found), abbiamo compilato i moduli necessari e le abbiamo chiesto di tornare con un documento d'identità e le foto dei bambini, indispensabili per sottoscrivere l'assicurazione. Mama Julita non è tornata la settimana seguente. L'abbiamo rivista a gennaio 2009, quando è venuta a partorire in ospedale. Si è scusata ma la gravidanza era troppo avanti e camminare per gli 8 km che separano la sua casa dalla missione le era diventato impossibile. Nel frattempo, aveva dato alla luce un bellissimo bambino, aveva scoperto di essere sieropositiva, il marito si era dato alla macchia.
Ci abbiamo messo un anno perchè Mama Julita ottenesse una carta d'identità e raccogliesse le foto di tutti i suoi figli, ma finalmente è assicurata. Il marito è tornato a casa, ma è lei la titolare del NHIF, che non si sa mai.
Il primo figlio di Mama Julita si chiama Andrew, ha 24 anni e studia a Mombasa. E' il futuro della famiglia. Se termina gli studi superiori può trovare un buon lavoro ed essere un modello e un sostegno per gli altri fratelli. Per questo, abbiamo deciso di utilizzare parte dei soldi ricevuti per pagare le spese scolastiche annuali di Andrew.
In this picha: Mama Julita's home
La famiglia vive a Gwassi, in uno spiazzo circondato da campi di grano e una vista spettacolare sul lago Vittoria. Nel compound vivono Mama Julita e prole, la suocera e vari fratelli del marito con le rispettive famiglie, oltre a cani, gatti, galline e due vitellini. La casa di Mama Julita, muri e pavimento di cemento e tetto di legno e paglia, è incredibilmente pulita e fresca, alla faccia dei migliori condizionatori. Ogni famiglia ha una casa per pranzare e dormire, un granaio esterno e un'altra stanza per cucinare.
Per l'occasione, la suocera ci offre il pranzo: quando siamo arrivati, dopo i convenevoli e una pannocchia bollita per antipasto, la nonna è sparita per tornare dopo pochi minuti con uno sguardo orgoglioso e un pollo vivo tra le mani. Più fresco di così.
Mentre i nipoti sgozzano e preparano il pollo per essere cucinato, due tra i pochi della famiglia che parlano un pò di inglese ci spiegano che è un gran giorno per loro: non hanno molti polli a disposizione e ne ammazzano uno ogni due mesi circa.
Mentre il pollo bolle in pentola, in cucina una delle cognate di Mama Julita prepara chapati (simile alla nostra piadina) e ugali (polenta, nella variante bianca e rossa), perchè un pranzo keniota non si può chiamare pranzo se non c'è l'ugali.
Si sa, nella cultura africana il pole pole (piano piano) è uno stile di vita. Ma non ci aspettavamo tre ore di preparativi. Tuttavia, il tempo è volato: abbiamo visitato le altre abitazioni, chiacchierato con i parenti e i vicini venuti a salutare i due giovani mzungu, giocato con gli innumerevoli bambini della famiglia.
Uno dei ragazzi più grandi mi ha chiesto della World Cup e dell'Italia.. Conosceva il nome di tutti i calciatori africani che giocano da noi e voleva sapere cosa fa adesso Paolo Maldini!
Alle quattro del pomeriggio, giusto un paio di minuti prima di svenire dalla fame, il pranzo è servito: kuku (pollo), ugali, chapati, uova sode e pomodori. Da bere, chai (tè+latte) e le nostre bibite.
Ho conosciuto Mama Julita a dicembre 2008. Aspettava l'ultimo dei suoi tredici figli. Frequentava la clinica prenatale del St. Camillus M. Hospital, ma non aveva l'assicurazione sanitaria. Quel giorno le abbiamo spiegato l'importanza del NHIF (National Hospital Insurance Found), abbiamo compilato i moduli necessari e le abbiamo chiesto di tornare con un documento d'identità e le foto dei bambini, indispensabili per sottoscrivere l'assicurazione. Mama Julita non è tornata la settimana seguente. L'abbiamo rivista a gennaio 2009, quando è venuta a partorire in ospedale. Si è scusata ma la gravidanza era troppo avanti e camminare per gli 8 km che separano la sua casa dalla missione le era diventato impossibile. Nel frattempo, aveva dato alla luce un bellissimo bambino, aveva scoperto di essere sieropositiva, il marito si era dato alla macchia.
Ci abbiamo messo un anno perchè Mama Julita ottenesse una carta d'identità e raccogliesse le foto di tutti i suoi figli, ma finalmente è assicurata. Il marito è tornato a casa, ma è lei la titolare del NHIF, che non si sa mai.
Il primo figlio di Mama Julita si chiama Andrew, ha 24 anni e studia a Mombasa. E' il futuro della famiglia. Se termina gli studi superiori può trovare un buon lavoro ed essere un modello e un sostegno per gli altri fratelli. Per questo, abbiamo deciso di utilizzare parte dei soldi ricevuti per pagare le spese scolastiche annuali di Andrew.
Mama Julita era talmente contenta e sorpresa, che mi ha invitata a pranzo da lei, per farmi conoscere il resto dell'allegra brigata. L'invito era per domenica scorsa. Mama Julita è venuta a prendermi in ospedale e ha fatto bene: io e Jimmy non avremmo mai trovato la casa senza le sue indicazioni.
In this picha: Mama Julita's home
La famiglia vive a Gwassi, in uno spiazzo circondato da campi di grano e una vista spettacolare sul lago Vittoria. Nel compound vivono Mama Julita e prole, la suocera e vari fratelli del marito con le rispettive famiglie, oltre a cani, gatti, galline e due vitellini. La casa di Mama Julita, muri e pavimento di cemento e tetto di legno e paglia, è incredibilmente pulita e fresca, alla faccia dei migliori condizionatori. Ogni famiglia ha una casa per pranzare e dormire, un granaio esterno e un'altra stanza per cucinare.
Per l'occasione, la suocera ci offre il pranzo: quando siamo arrivati, dopo i convenevoli e una pannocchia bollita per antipasto, la nonna è sparita per tornare dopo pochi minuti con uno sguardo orgoglioso e un pollo vivo tra le mani. Più fresco di così.
Mentre i nipoti sgozzano e preparano il pollo per essere cucinato, due tra i pochi della famiglia che parlano un pò di inglese ci spiegano che è un gran giorno per loro: non hanno molti polli a disposizione e ne ammazzano uno ogni due mesi circa.
Mentre il pollo bolle in pentola, in cucina una delle cognate di Mama Julita prepara chapati (simile alla nostra piadina) e ugali (polenta, nella variante bianca e rossa), perchè un pranzo keniota non si può chiamare pranzo se non c'è l'ugali.
Si sa, nella cultura africana il pole pole (piano piano) è uno stile di vita. Ma non ci aspettavamo tre ore di preparativi. Tuttavia, il tempo è volato: abbiamo visitato le altre abitazioni, chiacchierato con i parenti e i vicini venuti a salutare i due giovani mzungu, giocato con gli innumerevoli bambini della famiglia.
Uno dei ragazzi più grandi mi ha chiesto della World Cup e dell'Italia.. Conosceva il nome di tutti i calciatori africani che giocano da noi e voleva sapere cosa fa adesso Paolo Maldini!
Alle quattro del pomeriggio, giusto un paio di minuti prima di svenire dalla fame, il pranzo è servito: kuku (pollo), ugali, chapati, uova sode e pomodori. Da bere, chai (tè+latte) e le nostre bibite.
E' stato davvero un onore pranzare con Mama Julita e la sua famiglia. Il senso di accoglienza che ci ha avvolti non ha parole. E il sorriso radioso di Mama Julita meritava l'attesa. Prima di partire, ci hanno regalato delle pannocchie e un pesce gigantesco. Oltre a un numero imprecisato di saluti e benedizioni in filo diretto da Gwassi a San Zeno.
In this picha: Mama Julita (with the red shirt)
and her big family
..mentre aspettavamo, i bambini hanno improvvisato un balletto..
SZG, GAM & friends: questo è per voi :)
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