sabato 23 gennaio 2010

Jiggers

Incuriosita da tutto questo parlare di jiggers [leggete l'esperienza di Kayla e Lauren] giovedì mi sono unita allo staff del St. Camillus in partenza per la Rabare Primary School, una manciata di chilometri da Karungu.
Cosa sono i jiggers? Delle piccole e schifosissime pulci penetranti, che di solito si insinuano nella pianta e tra le dita dei piedi, ma non risparmiano neanche le gambe, le mani e meglio non indagare su chissà cos'altro. Proliferano sul pavimento di terra battuta che non viene pulito, sui muri fatti di fango delle capanne e di certe scuole, sui materassi logori di molte famiglie. Chi se li prende a casa o a scuola contagia facilmente anche i fratelli e i compagni, in una catena che è difficile spezzare.
Giovedì, in collaborazione con il dispensario governativo di Sori e alcuni community health worker, una decina di persone si sono prodigate a rimuovere i jiggers dai piedi e dalle mani di una cinquantina di bambini della scuola. E' andata così.
A differenza della precedente esperienza di Otati, la giornata è stata ben organizzata, se si eccettua il fatto che dovevamo partire alle 8.15 e siamo usciti alle 9.00, mentre il personale governativo è arrivato per le 10.15, in perfetto african time.

In this picha: students at Rabare Primary School

A Rabare ci hanno accolti centinaia di piccoli alunni di verde vestiti. Un insegnante ci ha mostrato le aule: la maggior parte ha a malapena la lavagna e qualche banco, non ci sono finestre e non tutte le stanze hanno le porte, il pavimento di cinque aule su otto è di terra e non viene spazzato da mo'. La prima impressione è che chi, tra questi bambini, ha "solo" i jiggers, è piuttosto fortunato. La scuola, come molte altre da queste parti, è un ricettacolo di malattie che sembra un'estrazione a premi dove qualcosa prendi di sicuro.
Mentre aspettiamo lo staff di Sori, i bambini danno una.. ehm.. ripulita.. alle aule e sgombrano quella che pare sia la stanza migliore: vuota, pavimento in cemento e muri di mattoni. Altri alunni vanno a casa a recuperare un catino per lavarsi i piedi prima di cominciare e rimuovere i jiggers. Dovrebbero portare anche dell'acqua, come in effetti fanno, peccato che sia di un bel punto di nocciola che non promette niente di buono. Ma è l'unica acqua che sono riusciti a trovare nelle vicinanze, e non è il caso di fare troppo i difficili.

In this picha: la "lavanda dei piedi"

Funziona così. I catini sono in fila all'esterno della stanza. I bambini si lavano i piedi e le ciabatte con il sapone [e l'acqua da nocciola diventa di un colore sempre più indefinito], dopodichè si siedono di fronte all'operatore di turno e gli consegnano il piede, pronto a essere liberato dai jiggers. Per ogni bambino, si cambiano i guanti e la lametta: non sappiamo chi e quanti di loro siano sieropositivi, ed è meglio non correre rischi inutili. A operazione finita, ognuno viene vaccinato contro il tetano e registrato dal personale governativo.

In this picha: removing jiggers

Mi siedo accanto a Felix, di circa 6 anni. Voglio vedere come si fa e poi magari dare una mano a rimuovere queste pulci maledette. Kayla ripulisce il piede con un disinfettante, e inizia la "pedicure". A differenza degli altri, che avevano uno o due jiggers superficiali, Felix ne ha un sacco, ben saldi alla pianta del piede e tra le dita. Dopo aver tolto la pelle, si deve entrare con una pinzetta per far uscire la pulce, tra sangue e pus. L'operazione si rivela più lunga e dolorosa del previsto. Devo tenergli la gamba che muove in continuazione. Si aggrappa al mio braccio. Piange e urla. Mentre gli sorrido e gli dico che è [quasi] tutto finito, spero che tutto finisca presto sul serio. Sembra che stiano rovistando tra il mio, di piede.
Capisco che non posso farlo. Non posso rimuovere i jiggers, nonostante gli altri bambini affrontino la cosa in modo abbastanza sereno, e con un coraggio che supera di gran lunga la loro età. Uno di loro abbozza pure un sorriso mentre gli scatto la foto.

In this picha: "OK, I'm ready! [..almost]"

La mattina procede tranquilla, finchè arriva il turno di Chris, di circa 10 anni. Stiamo già sbaraccando quando le sue grida attirano la nostra attenzione. Ha così tanti jiggers che alla fine la pianta del piede sembra il muro di una casa in una città in guerra, mitragliato dai nemici. Gli tengo la gamba e la faccia perchè non veda cosa gli stanno facendo. Ma fa male lo stesso. Dovranno fasciarli entrambi i piedi perchè possa camminare.
Ora sono in programma altre due scuole. E credo proprio sia solo l'inizio.
Nel frattempo, tutte le aule e le case di questi ragazzini vengono disinfestate. La strada è lunga e per niente facile, perchè prevede una stretta collaborazione tra operatori sanitari, famiglie, insegnanti... Mah. I jiggers, però, sono prevenibili. E vale la pena fare qualcosa, no?!?
Di buono c'è che lavorare fianco a fianco ha creato un bel clima tra gli operatori, tanto che Florence, infermiera al dispensario di Otati, ci ha invitati tutti per pranzo a casa sua. Abbiamo così scoperto che è [anche] un'ottima cuoca. Di fronte ai suoi piatti ci accorgiamo che, nonostante tutto, abbiamo una gran fame. Ritornati alla scuola, i bambini erano in pausa e, prima di tornare a casa, abbiamo trascorso una mezz'oretta a saltare con la corda e a giocare a calcio con alcuni di loro, tra risate e grida, questa volta di gioia.

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