sabato 19 dicembre 2009

In Italy

E da qui il mio passo verso l'unica rivoluzione che serve, quella dentro di te. Le altre le vedi. Le altre si ripetono, si ripetono in maniera costante, perchè al fondo c'è la natura dell'uomo. E se l'uomo non cambia, se l'uomo non fa questo salto di qualità, se l'uomo non rinuncia alla violenza, al dominio della materia, al profitto, all'interesse, tutto si ripete, si ripete, si ripete.

[La fine è il mio inizio, Tiziano Terzani]

Sono in Italia da quasi una settimana, e in questo sabato sera sotto zero e sotto la neve, i pensieri si accavallano e chiedono di essere scritti, perchè cominciano a stare stretti se rimangono tutti in testa.
Giovedì guardavo i fiocchi cadere dal finestrino del treno. Guardavo i campi, le case, le strade, le automobili, gli alberi. Guardavo il bianco. E pensavo. Pensavo a questo bianco così diverso dal verde di Karungu, dal blu del lago Vittoria, dall'azzurro del suo cielo. Guardavo il bianco e pensavo che il bianco è il colore dei ricordi. Mi sono rivista bambina, quando giocavo in montagna con papà e Morghi, quando correvo per il giardino vestita da orsetto perchè c'era la neve a carnevale, quando la mamma mi metteva il maglione di lana spessa ed Eros teneva con sè una foto della sua sorellina. Quando il massimo delle mie preoccupazioni era essere preparata per la recita di Natale a scuola. Quando, parafrasando Oscar Wilde, ero ancora "giovane abbastanza per sapere tutto".
Con una tazza fumante di tè buono come solo la mia mamma sa fare, sento la nostalgia per l'Africa che mi avvolge, calda con un abbraccio che aspettavi da un pò. Sento sempre la mancanza della mia casa africana quando sono in Italia, come sento la mancanza della mia casa italiana quando sono a Karungu. Questa volta, tuttavia, guardo l'Italia con occhi diversi. Possono due giorni cambiare una vita? Non lo so. Ma questi ultimi mesi, e l'ultimo weekend prima di partire, a Nakuru, sono stati "rivoluzionari". E mi sembra che niente sia più lo stesso.
Vedo questa Italia che corre, corre, e chissà dove dovrà mai andare. In Kenya a volte il "pole pole" [piano piano] è esasperante, ma anche questa frenesia italiana non è da meno.
Leggo e scrivo decine di messaggini per concordare gli appuntamenti, perchè sono una ragazza fortunata e ho tanti amici, ma sono tutti fitti di impegni, e il mio arrivo è una piacevole sorpresa ma pur sempre un imprevisto in una vita che non ti lascia un attimo di tregua.
Sorrido alle luci di Natale e sono contenta che sia un white christmas come da tradizione. Sorrido alla neve, al cappotto con sopra il poncho di lana, e perfino al freddo polare [forse perchè mi fermo solo 20 giorni!] Ma sento persone stressate dalla scelta dei regali, dal vestito da mettere, dal ristorante da prenotare. Il mio dono sarà trascorrere le feste con la mia famiglia, e non ho bisogno di altro.
Scopro che aveva ragione chi mi ha detto: "Do not plan everything. Just enjoy the trip".
Credo che, quando realizzi che il bimbo di otto anni che sta giocando con te passerà la notte su una strada con il fratellino di dieci perchè la mamma non li vuole più, tutto il resto ti appare facile. Smetti all'istante di lamentarti. E senti forte il dovere di essere felice.
Osservo gli occhi pieni di amore dei genitori, dei nonni, dei fratelli e degli zii alle recite di Natale delle mie nipotine. E sento un nodo alla gola, pensando ai bimbi di Karungu, e non solo. Mi viene voglia di correre indietro e abbracciarli forte, che forse non l'ho fatto abbastanza.

3 commenti:

sonia ha detto...

come sempre, Angela, leggere il tuo blog mi lascia mille emozioni..
un abbraccio forte
Sonia

p.s. l'Italia è più bella con te dentro!

Anonimo ha detto...

E' PROPRIO VERO QUELLO CHE SCRIVE SONIA !
LE TUE PAROLE ARRIVANO FINO AL CUORE ...
FINO ALL'ANIMA, ACAREZZANDOLA ED AVVOLGENDOLA DI AMORE E DI PENSIERI FORTI.

GRAZIE ANGI PER QUELLO CHE CI FAI LEGGERE.
GRAZIE DI QUESTA MERAVIGLIOSA CONDIVISIONE CHE TI RENDE SPECIALE.

Ti abbraccio sempre con il mio affetto
e il mio grande bene.
MaTe*

Elena ha detto...

le tue parole mi hanno letteralmente commosso!
Per fortuna ho un marito che mi insegna a essere felice per tutto quello che ho e a non essere infelice per quello che non ho...