Oggi è la Giornata Mondiale della lotta contro l'AIDS. Per il secondo anno, ho vissuto questo evento a Karungu, dove il 35% della popolazione, secondo i dati più recenti, è sieropositivo. Prendendo atto di questo, e del fatto che non è che ci siano chissà quali eventi nel bush, è facile capire perchè la manifestazione sia uno dei momenti sociali più importanti dell'anno.
La giornata da noi è stato un weekend, dedicato a promuovere lo slogan 2009: Stop AIDS. Keep the Promise. Universal Access and Human Rights.
La due giorni è cominciata sabato mattina. L'appuntamento era alle 8.oo, ma davanti all'ospedale eravamo solo in tre. Il programma prevedeva la distribuzione di alcune magliette tra lo staff, per poi recarci nei due punti di ritrovo della marcia: Sori a destra e Oodi Beach a sinistra della missione. La partenza era prevista dalle due località alle 9.00 e noi, in perfetto african time, abbiamo lasciato il St. Camillus alle 9.20 in punto.
Stipati in 16 nel pick-up [6 davanti e 10 dietro, io e Kayla naturalmente dietro, con tanto di striscione arrotolato e tanica di benzina di scorta] abbiamo percorso i 3,5 km che separano l'ospedale dall'ufficio postale di Sori. Qui ci aspettavano i ragazzini del Dala Kiye, personale vario della missione, e un pò di gente del paese accorsa per partecipare. Distribuite le t-shirt e i red ribbon, ascoltato il breve [per fortuna] discorso del chief locale, siamo partiti alle 10.30 sotto un sole cocente e gli sguardi incuriositi di Sori. Il pick-up ci seguiva tappezzato di slogan, mentre un autoparlante diffondeva la voce di Andrew che richiamava l'attenzione sull'evento.
Circa duecento persone tra grandi e piccini, tutti a piedi [tranne qualche furbo in bici o in moto].
E' stato bello camminare insieme, condividere il caldo, le chiacchiere, la fatica, le risate. Solo la scottatura è stata cosa da wazungu, concentrandosi sulle facce bianche di me e Kayla!
Arrivati alla meta, abbiamo incontrato il gruppo proveniente da Oodi Beach: al Dala Kiye eravamo almeno in cinquecento. Not bad!
Il tempo di bere qualcosina e via alle varie attività. La più attesa sabato mattina era la partita di calcio Hospital Staff-Dala Kiye Staff, finita 1-1 tra le grida dei vari supporter. Nella squadra dell'ospedale erano incluse anche Lauren, Kayla e altre ragazze di Karungu, ma dopo "l'allenamento" e pochi minuti di gioco, i maschi hanno deciso che volevano in campo only men. Ah, gli uomini! Le donne si rifaranno in una squadra tutta femminale di netball.
Nel pomeriggio si sono susseguiti canti, balli, brevi recite e testimonianze. Nel frattempo, sono proseguite le partite tra quattro scuole dei dintorni. Chi voleva, poteva chiedere informazioni sull'AIDS e sulla prevenzione e fare il test dell'HIV.
Domenica la giornata è iniziata con una bella messa all'aperto celebrata da padre Julius in quasi due ore, volate tra canti, balli, e l'omelia di padre Martin.
Al pomeriggio sono riprese le attività del sabato, con canti per tutti i gusti [dal gruppo di donne di Sidika al rapper nostrano] e spassosissime gare di ballo tra bambini.
Verso sera era prevista la lotteria [primo premio una bella capretta nera, seguita da una radio, cappellini, magliette e infradito] e la premiazione delle squadre che avevano partecipato ai giochi, così come dei vincitori del concorso di scrittura.
Padre Emilio ha chiamato i bambini del Dala Kiye sul palco per estrarre i numeri vincitori e noi ragazze a fare da vallette.. Ma dopo pochi minuti un improvviso rovescio ha messo fine alla nostra carriera di "lotterine". I premi sono stati distribuiti senza tante cerimonie ma con la proverbiale simpatia di padre Emilio, che ha trovato il modo di rendere scherzosa anche la pioggia, e poi tutti a casa, bagnati ma contenti.
A Karungu, anche la Giornata Mondiale dell'AIDS può diventare una festa. Ma il nostro obiettivo resta ben chiaro in testa.
La due giorni è cominciata sabato mattina. L'appuntamento era alle 8.oo, ma davanti all'ospedale eravamo solo in tre. Il programma prevedeva la distribuzione di alcune magliette tra lo staff, per poi recarci nei due punti di ritrovo della marcia: Sori a destra e Oodi Beach a sinistra della missione. La partenza era prevista dalle due località alle 9.00 e noi, in perfetto african time, abbiamo lasciato il St. Camillus alle 9.20 in punto.
Stipati in 16 nel pick-up [6 davanti e 10 dietro, io e Kayla naturalmente dietro, con tanto di striscione arrotolato e tanica di benzina di scorta] abbiamo percorso i 3,5 km che separano l'ospedale dall'ufficio postale di Sori. Qui ci aspettavano i ragazzini del Dala Kiye, personale vario della missione, e un pò di gente del paese accorsa per partecipare. Distribuite le t-shirt e i red ribbon, ascoltato il breve [per fortuna] discorso del chief locale, siamo partiti alle 10.30 sotto un sole cocente e gli sguardi incuriositi di Sori. Il pick-up ci seguiva tappezzato di slogan, mentre un autoparlante diffondeva la voce di Andrew che richiamava l'attenzione sull'evento.
Circa duecento persone tra grandi e piccini, tutti a piedi [tranne qualche furbo in bici o in moto].
E' stato bello camminare insieme, condividere il caldo, le chiacchiere, la fatica, le risate. Solo la scottatura è stata cosa da wazungu, concentrandosi sulle facce bianche di me e Kayla!
Arrivati alla meta, abbiamo incontrato il gruppo proveniente da Oodi Beach: al Dala Kiye eravamo almeno in cinquecento. Not bad!
Il tempo di bere qualcosina e via alle varie attività. La più attesa sabato mattina era la partita di calcio Hospital Staff-Dala Kiye Staff, finita 1-1 tra le grida dei vari supporter. Nella squadra dell'ospedale erano incluse anche Lauren, Kayla e altre ragazze di Karungu, ma dopo "l'allenamento" e pochi minuti di gioco, i maschi hanno deciso che volevano in campo only men. Ah, gli uomini! Le donne si rifaranno in una squadra tutta femminale di netball.
Nel pomeriggio si sono susseguiti canti, balli, brevi recite e testimonianze. Nel frattempo, sono proseguite le partite tra quattro scuole dei dintorni. Chi voleva, poteva chiedere informazioni sull'AIDS e sulla prevenzione e fare il test dell'HIV.
Domenica la giornata è iniziata con una bella messa all'aperto celebrata da padre Julius in quasi due ore, volate tra canti, balli, e l'omelia di padre Martin.
Al pomeriggio sono riprese le attività del sabato, con canti per tutti i gusti [dal gruppo di donne di Sidika al rapper nostrano] e spassosissime gare di ballo tra bambini.
Verso sera era prevista la lotteria [primo premio una bella capretta nera, seguita da una radio, cappellini, magliette e infradito] e la premiazione delle squadre che avevano partecipato ai giochi, così come dei vincitori del concorso di scrittura.
Padre Emilio ha chiamato i bambini del Dala Kiye sul palco per estrarre i numeri vincitori e noi ragazze a fare da vallette.. Ma dopo pochi minuti un improvviso rovescio ha messo fine alla nostra carriera di "lotterine". I premi sono stati distribuiti senza tante cerimonie ma con la proverbiale simpatia di padre Emilio, che ha trovato il modo di rendere scherzosa anche la pioggia, e poi tutti a casa, bagnati ma contenti.
A Karungu, anche la Giornata Mondiale dell'AIDS può diventare una festa. Ma il nostro obiettivo resta ben chiaro in testa.
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