I pescatori escono dalle loro case portando con sè le lanterne illuminate a paraffina, una luce forte e innaturale, una processione di lucciole nel buio totale della notte di Sori.
In this picha: come to see the real life beyond the fairy-land
Da lontano si vedono solo tante piccole luci. Sembra una città delle fate senza rumore, senza colore. Solo quei puntini luminosissimi a bucare il nero, come se il lago fosse un gigantesco specchio, capace di riflettere il cielo.Al porto l'aria è impregnata dell'odore di omena e marjuana. Fumano i pescatori, prima di uscire, l'erba che alcuni coltivano dietro le baracche. E bevono changaa, superalcolico di pessima qualità prodotto localmente non so bene nè dove nè come. Ne bevi un sorso e ti gira già la testa. Tra il fumo e l'alcol, la realtà si fa vaga. Non pensi a niente. Non senti niente. Soprattutto, non senti la paura. Perchè il lago di notte è una macchia nera senza pietà, e i pescatori non sanno nuotare. Anche tra la gente di Sori solo pochissimi sanno nuotare. Molti pensano che il lago non lasci scampo comunque, tanto vale affogare subito e farla finita.
Tuttavia, c'è un'atmosfera surreale al lago la sera, un'euforia indotta tra i giovani pescatori: c'è chi ascolta musica, chi chiama chissà chi a gran voce, chi suscita risate con frasi senza senso. Ma c'è anche chi, in silenzio, lavora, accende le luci, le fissa ai supporti, controlla che la barca sia a posto, che i remi non siano rotti, che le reti siano pronte. Sembrano tanti amici pronti per andare ad una festa, ma in realtà molti si conoscono appena.
I pescatori vengono da villaggi dell'interno, si trasferiscono a Sori per qualche mese in cerca di fortuna. Se la trovano o meno, non saprei. Un lavoro, quello sì. Come funziona? Solitamente gli aspiranti pescatori non hanno una barca e chi vive a Sori ha creato un vero e proprio business nel nolleggio delle proprie imbarcazioni. A seconda delle condizioni in cui si trova, il proprietario può chiedere tra i 300 e i 500 ksh al giorno [3-5 euro]. Serve poi un primo investimento nell'acquisto delle reti e delle lanterne. In genere ogni barca dispone di almeno 5 lanterne da 5 litri ciascuna. La paraffina costa 75 ksh al litro. I pescatori spendono quasi 2.000 ksh [20 euro] al giorno, anzi, la notte, per illuminare il lago. Usano dei supporti di legno incrociato, al centro dei quali viene posta la lampada. La luce attira i moscerini, i moscerini attirano i pesci. Quando i pesci si fanno numerosi, i pescatori lanciano le reti, e il gioco è fatto.
In this picha: a fisherman and a woman preparing the lights Pescano tutta la notte, i pescatori. Prima di uscire, spesso vanno con una donna: una tradizione/leggenda del posto sostiene che se si fa sesso prima di sfidare il lago, l'acqua sarà benigna e la pesca copiosa.
Rientrano all'alba, i pescatori, e l'atmosfera è completamente diversa. Gli occhi stanchi e vuoti, i movimenti lenti nel portare le barche a riva, il freddo nelle ossa, i vestiti bagnati se di notte c'è stato un temporale. Ma non è ancora finita, anzi. Ad aspettarli ci sono le tante donne che vanno a comprare il pesce per poi rivenderlo al mercato. La notte si pesca l'omena, un pesciolino ino ino dall'odore inconfondibile.
L'omena si vende in tabla o in bacinelle. Una tabla costa tra i 150 e i 250 ksh [1 - 2 euro e mezzo] e contiene pesce per decine di persone. Le bacinelle di plastica colorata invece costano tra i 500 e i 750 ksh [5- 7 euro] e hanno omena per moltissima gente per più giorni. Dopo aver acquistato il pesce dai pescatori, le donne lo fanno seccare sulle reti stese al sole, e quindi lo rivendono al dettaglio.
Nei giorni più fortunati, si riesce a vendere anche 15 - 20 bacinelle di pesce. Se l'andamento del mercato è favorevole e si può spuntare il prezzo più alto, con 20 bacinelle si guadagnano 15.000 ksh [150 euro]. A questa cifra vanno tolte le spese per la paraffina e il nolleggio della barca, dopodichè si possono dividere i proventi. Se il proprietario della barca si limita a darla in prestito, prende solo i soldi dell'affitto. Se invece esce la notte con gli altri pescatori, ha diritto a metà del guadagno netto. L'altra metà, viene divisa tra gli altri tre uomini, per un totale di circa 2.000 ksh al giorno [20 euro] ciascuno. In un ipotetico mese di pesca propizia, fanno 60.000 ksh [600 euro], che a Sori sono tantissimi soldi. Basti pensare che un infermiere, o un assistente sociale, per esempio, prendono circa 150 - 200 euro al mese a Karungu, ma anche meno. Certo, sono solo ipotesi. Capita che la pesca risulti piuttosto magra. O che non si venda più di 4-5 bacinelle. E la faccenda cambia. Ma forse è anche questo senso di sfida a portare i pescatori a viversi tutto subito. E la notte si ricomincia, e ogni notte è una nuova notte da conquistare.L'omena si vende in tabla o in bacinelle. Una tabla costa tra i 150 e i 250 ksh [1 - 2 euro e mezzo] e contiene pesce per decine di persone. Le bacinelle di plastica colorata invece costano tra i 500 e i 750 ksh [5- 7 euro] e hanno omena per moltissima gente per più giorni. Dopo aver acquistato il pesce dai pescatori, le donne lo fanno seccare sulle reti stese al sole, e quindi lo rivendono al dettaglio.
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a fisherman is fixing his net,
while some women dry omena
Se molti pescatori riposano e poi riparano le reti e la barca in vista della prossima notte di lavoro, altri escono anche di giorno, per pescare la tilapia e il pesce persico. La tilapia è un pesce simile all'orata ed è destinata al mercato locale. Una tilapia grande costa 200-300 ksh [2-3 euro] ma di solito la gente compra quelle piccole, da 50 - 60 ksh l'una [50 centesimi]. Il pesce persico invece si vende a peso: ora costa 110 ksh [1 euro] al chilo, ed è destinato alle grandi città e al mercato estero. Parte del pesce persico che si compra nei supermercati italiani, viene da qui. I camion di grosse compagnie come CapitalFish partono tutti i giorni da Sori. Chi ha un contratto con loro ha una situazione più stabile, e spesso dispone anche di una barca a motore.a fisherman is fixing his net,
while some women dry omena
In this picha: a fisherman fixes his boat
La stragrande maggioranza di questi giovani, per la prima liberi dai legami famigliari e con un sacco di soldi in stanca, semplicemente li spende. Sostanzialmente, in due modi: changaa e donne. Alcune si prostituiscono e vengono pagate. Altre, invece, fanno parte di un sistema tutto keniota, anzi tipico di questa zona: il sex for fish. Sono donne e madri, spesso con bambini piccoli, che si concedono ai pescatori per ricevere pesce e sfamare chi è a casa. I pescatori, lontani dalle famiglie e magari dalle proprie mogli e fidanzate per mesi, accettano volentieri lo "scambio" di favori. E l'HIV/AIDS dilaga. Non solo tra i pescatori, e non solo a Sori. Perchè i pescatori prima o poi tornano a casa.
Anche il diffondersi del virus qui sembra una scena che si ripete, sempre uguale e diversa, sempre nuova e la stessa.
Chissà cosa pensano la notte, i pescatori, nella città delle fate.
Special thanks for the night picha: Claudia
Special thanks for the day picha: Iris
Special thanks for the day picha: Iris
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