Ieri mattina siamo partiti alle 6:00, era buio pesto e l'aria era ancora carica dell'umidità della notte. Il giorno si faceva strada avanzando pole pole (piano piano) come il nostro pulmino. Mentre io faticavo a tenere gli occhi aperti, Karungu era sveglio da un pezzo. Prima di arrivare al vicino Sori, avevamo già incontrato almeno una decina di persone: chi a piedi, chi in bici senza fanale, alcuni stipati in un matatu con le fiancate decorate a fiamme, il sorriso del presidente Obama sul retro, le quattro frecce lampeggianti per chilometri. Camminavano lenti alcuni studenti della secondaria. Le ragazze con un sacchetto della spesa al posto dello zaino, i ragazzi con i pantaloni arrotolati a metà polpaccio, per non sporcarsi con il fango lasciato dal temporale che ha illuminato la notte di Karungu. Bambini accompagnavano le mucche al pascolo. E' un mondo capovolto: i giovani vanno a scuola, i minori lavorano. Lo sciopero degli insegnanti della primaria iniziato per protesta contro i bassi salari dura da quasi due settimane. E mentre a Nairobi i grandi della politica decidono il da farsi, a Karungu i piccoli studenti si danno da fare in famiglia. Il lago brulicava di pescatori di omena che si avviavano a riva. Le luci delle barche spiccavano sul nero dell'acqua, mentre il cielo era una coltre impenetrabile di nubi. Come se con la pioggia fossero cadute anche tutte le stelle.
Prima delle 7:00 il sole era già alto, le donne già chine sui campi, i negozietti lungo la strada in piena attività. Ma tutto era avvolto da una nebbia fitta come nelle mie campagne venete in pieno inverno, e lasciata Ndhiwa per la strada che porta a Opapo ci siamo inoltrati in un'atmosfera surreale che ci ha accompagnati per un lungo tratto, con gli occhi attenti ad evitare chi spuntava d'improvviso dal bianco muro. Prima un asino, poi una mucca, qualcuno a piedi, in bici o in moto.
Finalmente a Rongo il cielo si è schiarito e il sole ha ridato ad ogni cosa il suo colore.
Buongiorno, a un nuovo giorno.
Prima delle 7:00 il sole era già alto, le donne già chine sui campi, i negozietti lungo la strada in piena attività. Ma tutto era avvolto da una nebbia fitta come nelle mie campagne venete in pieno inverno, e lasciata Ndhiwa per la strada che porta a Opapo ci siamo inoltrati in un'atmosfera surreale che ci ha accompagnati per un lungo tratto, con gli occhi attenti ad evitare chi spuntava d'improvviso dal bianco muro. Prima un asino, poi una mucca, qualcuno a piedi, in bici o in moto.
Finalmente a Rongo il cielo si è schiarito e il sole ha ridato ad ogni cosa il suo colore.
Buongiorno, a un nuovo giorno.